Campi Elettromagnetici (CEM)
Cosa sono i campi elettromagnetici?
La popolazione e i lavoratori sono esposti a campi elettromagnetici, prodotti da una gran varietà di sorgenti che utilizzano l’energia elettrica a varie frequenze.
Tali campi, variabili nel tempo, occupano la parte dello spettro elettromagnetico che si estende dai campi statici alle radiazioni infrarosse. In questa gamma di frequenze (0 Hz 300 GHz) i fenomeni di ionizzazione nel mezzo interessato dai campi sono trascurabili: pertanto, le radiazioni associate a queste frequenze rientrano in quelle cosiddette RADIAZIONI NON IONIZZANTI.
Alle più basse frequenze, quando i campi sono caratterizzati da variazioni lente nel tempo, per esempio alle frequenze industriali di 50/60 Hz, o, più in generale, quando l’esposizione ai campi elettromagnetici avviene a distanze dalla sorgente piccole rispetto alla lunghezza d’onda, i campi elettrici e i campi magnetici possono essere considerati indipenden-temente.
Alle frequenze più alte o, più in generale, a distanze elevate rispetto alla lunghezza d’onda, i campi elettrici e i campi magnetici sono strettamente correlati tra loro: dalla misura di uno di essi si può in genere risalire all’altro.
Contrariamente a quanto succede con le radiazioni ionizzanti, per le quali il contributo delle sorgenti naturali rappresenta la porzione più elevata dell’esposizione della popolazione, per le radiazioni non ionizzanti le sorgenti di campi elettromagnetici realizzati dall’uomo tendono a diventare sempre più predominanti rispetto alle sorgenti naturali.
In alcune parti dello spettro di frequenza, quali quelle utilizzate per la distribuzione dell’energia elettrica e per la radiodiffusione, i campi elettromagnetici prodotti dall’uomo sono molte migliaia di volte superiori a quelli naturali prodotti dal Sole o dalla Terra. Negli ultimi decenni l’uso dell’elettricità è aumentato considerevolmente, sia per la distribuzione dell’energia elettrica sia per lo sviluppo dei sistemi di telecomunicazione, con conseguente aumento dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici.
I campi variabili nel tempo più comuni, cui le persone sono permanentemente esposte, sono quelli derivanti dai sistemi di generazione, trasmissione distribuzione ed utilizzazione dell’energia elettrica a 50/60 Hz, dai sistemi di trazione ferroviaria (0 Hz, 16 2/3 Hz e 25 Hz) dai sistemi di trasporto pubblico (da 0 Hz a 3 kHz) e dai sistemi di telecomunicazione (trasmettitori radiofonici e televisivi, ponti radio a microonde, stazioni radiobase per telefonia mobile, radar, ecc.), che interessano frequenze più elevate.
La popolazione è anche esposta a campi di bassa intensità prodotti da apparecchiature domestiche (forni a microonde televisori, videoterminali, ecc.) o industriali (azionamenti elettrici, apparecchi ad induzione, automobili elettriche, ecc.). Esposizioni a livelli relativamente più elevati possono essere causate, normalmente per brevi periodi, dall’uso, nelle estreme vicinanze del corpo, di telefoni cellulari, sistemi di sicurezza, ecc.
I campi generati dalle diverse sorgenti possono essere di vario tipo. La forma d'onda può essere sinusoidale, modulata in ampiezza (AM) o in frequenza (FM) nel caso di comunicazioni radio, o modulata a impulsi come nei radar dove l’energia delle microonde è trasmessa in brevi pacchetti di impulsi della durata di microsecondi.
L’esposizione umana dipende non solo dall’intensità dei campi elettromagnetici generati, ma anche dalla distanza dalla sorgente: generalmente le intensità dei campi prodotti dalle sorgenti sopra menzionate decrescono rapidamente con la distanza.
Per proteggere la popolazione e i lavoratori, dagli eventuali effetti biologici dell’esposizione ai campi elettromagnetici prodotti da tali sorgenti, sono stati sviluppati in ambiti nazionali e internazionali diversi tipi di linee guida: esse sono generalmente basate sull’individuazione di valori da non superare per alcune grandezze di base, derivanti da valutazioni di grandezze interne al corpo (quali la densità di corrente e la potenza elettromagnetica assorbita per unità di massa corporea), cui corrispondono altre grandezze derivate esterne, facilmente misurabili, quali il campo elettrico e il campo magnetico.
Campi elettromagnetici a bassa frequenza
L’esposizione di una persona ai campi elettrici e magnetici a bassa frequenza è direttamente legata ai valori di alcune grandezze elettriche che si stabiliscono, per effetto di tali campi, all’interno del corpo umano: tali grandezze, dette grandezze interne, sono essenzialmente l’intensità del campo elettrico e soprattutto la densità di corrente interna.
L’esecuzione di prove di esposizione a campi elettrici e magnetici per la misura diretta di queste grandezze interne è in concreto impossibile, poiché tale misura richiederebbe l’uso di sonde invasive; essa è applicabile soltanto nello studio dell'esposizione di fantocci, utilizzati come modelli fisici per stabilire, con l’ausilio di modelli matematici, le correlazioni tra le grandezze interne e i campi esterni inducenti.
La verifica dell’esposizione di una persona ai campi elettrici e magnetici è, quindi, condotta misurando le grandezze esterne, che caratterizzano tali campi inducenti (valori efficaci del campo elettrico e del campo magnetico) e risalendo alle grandezze interne per mezzo delle suddette correlazioni; le grandezze esterne sono misurate in assenza del corpo esposto, adottando tutte le precauzioni necessarie per ridurre le influenze esterne, tenendo conto delle caratteristiche delle sorgenti e dell’ambiente di misura.
La misura dei campi elettrici e magnetici a bassa frequenza si verifica sempre nella regione di campo vicino reattivo, in pratica a distanze dalle sorgenti inferiori alla lunghezza d’onda λ.
Nella regione di campo vicino reattivo non esiste nessuna correlazione tra campo elettrico e campo magnetico: il primo dipende dalle tensioni presenti nell’impianto o nell’apparecchiatura che produce tali campi, il secondo dalle correnti in essi circolanti, essendo tensioni e correnti quantità generalmente del tutto indipendenti.
Il rapporto tra campo elettrico e campo magnetico non è in nessun modo correlato con l’impedenza d’onda Zo dell’onda piana, caratteristica delle regioni di campo lontano. Per esempio tale rapporto è molto più elevato di Zo nel caso di impianti elettrici ad alta tensione con modeste correnti di carico, mentre può essere molto più basso di Zo nel caso di impianti e apparecchiature a bassa tensione interessati da circolazione di correnti di valore elevato.
A differenza quindi di quanto accade per i campi elettromagnetici ad alta frequenza, per i quali la misura è generalmente condotta nella regione di campo lontano, per i campi a bassa frequenza la caratterizzazione completa deve prevedere in ogni caso la misura di entrambe le componenti: campo elettrico e campo magnetico.
I campi magnetici ed elettrici prodotti da vari tipi di sorgente (linee e stazioni elettriche, sistemi elettrici di trasporto, apparecchi elettrici) hanno caratteristiche diverse in relazione alle ampiezze, alle frequenze fondamentali, al contenuto armonico, al grado di polarizzazione, alle variazioni spaziali e alle variazioni temporali.
Campi elettromagnetici ad alta frequenza
L’esposizione di una persona ai campi elettromagnetici è direttamente dipendente dai valori di alcune grandezze elettriche che si stabiliscono, per effetto di tali campi, all’interno del corpo umano: tali grandezze, dette grandezze interne, sono l’intensità del campo elettrico E, la densità di corrente indotta J e il tasso di assorbimento di energia elettromagnetica per unità di peso corporeo SAR, cui è strettamente legata l’incremento di temperatura corporea detta anche sovratemperatura.
All’aumentare della frequenza, si manifesta una maggiore penetrazione del campo elettrico all’interno dei tessuti biologici e un aumento della conducibilità legata alle perdite dielettriche, con conseguente incremento della potenza dissipata nel tessuto esposto e, quindi, della temperatura corporea.
Essendo i sistemi biologici molto disomogenei, la potenza assorbita all’interno varia sensibilmente da punto a punto anche di uno stesso tessuto: i punti di accumulo di potenza assorbita sono chiamati punti caldi (hot spots) e si manifestano essenzialmente nel cervello per frequenze prossime alla risonanza della sola cavità cranica (intorno ai 300‑400 MHz), come pure nelle caviglie, ginocchia e collo, ovvero in punti del corpo in corrispondenza dei quali si ha restringimento della sezione trasversale. La potenza depositata in questi punti può assumere valori da 10 a 20 volte quella media in tutto il corpo.
L’aumento della temperatura corporea è contrastato dal sistema di termoregolazione il quale interviene nello stesso modo sia a seguito di riscaldamento passivo (mediante diatermia) sia di riscaldamento attivo (mediante esercizio fisico).
Il sistema agisce con una costante di tempo che per l’uomo è di circa 6 minuti, quindi l’esposizione ad un campo elettromagnetico di elevata intensità comporta un aumento della temperatura corporea nei primi 6 minuti, dopo i quali si rileva un periodo più o meno lungo, a seconda della potenza assorbita, nel quale la temperatura corporea è stabilizzata ad un valore maggiore di quello fisiologico.
Qualora l’esposizione continui, il sistema di termoregolazione può non essere più in grado di contenere l’aumento di temperatura, che perciò può crescere sino a tal punto da causare il possibile collasso del soggetto sino all’insorgenza in caso estremo di effetti letali.
Poiché per accertare l’entità dell’esposizione umana, non è generalmente possibile effettuare misure dirette sulle persone delle suddette grandezze interne in quanto si richiede l’uso di sonde invasive, la suddetta valutazione è normalmente condotta mediante modelli matematici e misure su modelli fisici (fantocci), che permettono di ottenere le correlazioni tra le grandezze interne e le grandezze esterne che caratterizzano il campo elettromagnetico incidente (campo elettrico, campo magnetico, densità di potenza incidente).
La verifica dell’esposizione di una persona ai campi elettromagnetici è quindi condotta misurando le grandezze esterne, che caratterizzano i campi elettromagnetici inducenti, e risalendo alle grandezze interne per mezzo dei modelli suddetti.
La misura di tali grandezze esterne, eseguite in assenza del corpo stesso è tecnicamente realizzabile, anche se richiede particolari precauzioni ed una conoscenza approfondita delle sorgenti di emissione, delle caratteristiche del campo elettromagnetico da esse generato e dell’ambiente circostante in cui il campo si propaga..
Protezione dei lavoratori all’esposizione di Campi Elettromagnetici
Il titolo VIII Capo IV del D.Lgs. 81/08, modificato dal D.Lgs. 159/16, determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall’esposizione ai campi elettromagnetici (da 0 Hz a 300 GHz) durante l’attività lavorativa.
Le disposizioni riguardano la protezione dai rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti biofisici diretti e agli effetti indiretti noti provocati dai campi elettromagnetici.
Ai fini del presente titolo, si intendono per:
- “campi elettromagnetici”, campi elettrici statici, campi magnetici statici e campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici variabili nel tempo con frequenze sino a 300 GHz;
- “effetti biofisici diretti”, effetti provocati direttamente nel corpo umano a causa della sua presenza all’interno di un campo elettromagnetico, come effetti termici, effetti non termici e correnti negli arti;
- “effetti indiretti”, effetti provocati dalla presenza di un oggetto in un campo elettromagnetico, che potrebbe essere causa di un pericolo per la salute e sicurezza, tra i quali, le correnti di contatto;
- “Valori limite di esposizione (VLE)”, valori stabiliti sulla base di considerazioni biofisiche e biologiche, in particolare sulla base degli effetti diretti acuti e a breve termine scientificamente accertati, ossia gli effetti termici e la stimolazione elettrica dei tessuti;
- “VLE relativi agli effetti sanitari”, VLE al di sopra dei quali i lavoratori potrebbero essere soggetti a effetti nocivi per la salute, quali il riscaldamento termico o la stimolazione del tessuto nervoso o muscolare;
- “VLE relativi agli effetti sensoriali”, VLE al di sopra dei quali i lavoratori potrebbero essere soggetti a disturbi transitori delle percezioni sensoriali e a modifiche minori nelle funzioni cerebrali;
“valori di azione (VA)”, livelli operativi stabiliti per semplificare il processo di dimostrazione della conformità ai pertinenti VLE e, ove appropriato, per prendere le opportune misure di protezione o prevenzione specificate nel presente capo.
Valori limite di esposizione e valori di azione
Le grandezze fisiche relative all’esposizione ai campi elettromagnetici sono indicate nell’allegato XXXVI, parte I:
- l’intensità di campo elettrico (E) è una quantità vettoriale che corrisponde alla forza esercitata su una particella carica indipendentemente dal suo movimento nello spazio. È espressa in volt per metro (V/m). È necessario distinguere il campo elettrico ambientale rispetto al campo elettrico presente all’interno del corpo (in situ) a seguito dell’esposizione al campo elettrico ambientale;
- la corrente attraverso gli arti (IL) è la corrente che attraversagli arti di una persona esposta a campi elettromagnetici nell’intervallo di frequenze comprese tra 10 MHz e 110 MHz a seguito del contatto con un oggetto in un campo elettromagnetico o del flusso di correnti capacitive indotte nel corpo esposto. È espressa in ampere (A);
- la corrente di contatto (IC) è una corrente che compare quando una persona entra in contatto con un oggetto conduttore a diverso potenziale elettrico all’interno di un campo elettromagnetico. È espressa in ampere (A). Una corrente di contatto stabile nel tempo si verifica quando la persona è in contatto continuo con un oggetto all’interno di un campo elettromagnetico. Nel momento in cui si stabilisce tale contatto, può verificarsi una scarica di scintille con correnti transitorie associate;
- la carica elettrica (Q) è la grandezza impiegata per le scariche elettriche ed è espressa in coulomb (C);
- l’intensità di campo magnetico (H) è una grandezza vettoriale che, insieme all’induzione magnetica, specifica un campo magnetico in qualunque punto dello spazio. È espressa in ampere per metro (A/m);
- l’induzione magnetica (B) è una grandezza vettoriale che determina una forza che agisce sulle cariche in movimento. È espressa in tesla (T);
- densità di potenza (S). Questa grandezza si impiega nel caso delle frequenze molto alte, per le quali la profondità di penetrazione nel corpo è piccola. Si tratta della potenza radiante incidente perpendicolarmente a una superficie, divisa per l’area della superficie in questione; è espressa in watt per metro quadrato (W/m2);
- assorbimento specifico di energia (SA). È l’energia assorbita per unità di massa di tessuto biologico e si esprime in joule per chilogrammo (J/kg). Nel presente decreto, questa grandezza è utilizzata per la definizione dei limiti per gli effetti sensoriali derivanti da esposizioni a microonde pulsate;
- tasso di assorbimento specifico di energia (SAR). Si tratta del valore mediato, su tutto il corpo o su alcune parti di esso, del tasso di assorbimento di energia per unità di massa di tessuto corporeo, ed è espresso in watt per chilogrammo (W/kg). Il SAR riferito a tutto il corpo (a corpo intero) è una grandezza ampiamente accettata per porre in rapporto gli effetti termici nocivi (sanitari) all’esposizione alle radiofrequenze (RF). Oltre al valore del SAR medio a corpo intero, sono necessari anche valori del SAR locale per valutare e limitare la deposizione eccessiva di energia in parti piccole del corpo conseguenti a particolari condizioni di esposizione, quali ad esempio il caso di un individuo esposto a RF di frequenze di pochi MHz (ad esempio provenienti da riscaldatori dielettrici), e di individui esposti nel campo vicino di un’antenna.
I VLE relativi agli effetti sanitari, i VLE relativi agli effetti sensoriali e i VA sono riportati nell’allegato XXXVI, parte II per gli effetti non termici (tra 0 Hz e 10 MHz) e parte III per gli effetti termici (tra 100 kHz e 300 GHz).
Effetti non termici
I VLE per le frequenze inferiori a 1 Hz sono limiti per il campo magnetico statico, la cui misurazione non è influenzata dalla presenza del soggetto esposto. Il VLE relativo agli effetti sensoriali è il VLE applicabile in condizioni di lavoro normali ed è correlato alla prevenzione di nausea e vertigini dovute a disturbi sull’organo dell’equilibrio, e di altri effetti fisiologici, conseguenti principalmente al movimento del soggetto esposto all’interno di un campo magnetico statico. Il VLE relativo agli effetti sanitari in condizioni di lavoro controllate è applicabile su base temporanea durante il turno di lavoro, ove giustificato dalla pratica o dal processo produttivo, purché siano state adottatele misure di prevenzione.
Tabella A1 – VLE per l'induzione magnetica esterna (B0 ) tra 0 e 1 Hz
|
VLE relativi agli effetti sensoriali [T] |
Condizioni di lavoro normali |
2 |
Esposizione localizzata degli arti |
8 |
|
VLE relativi agli effetti sanitari [T] |
Condizioni di lavoro controllate |
8 |
I VLE per le frequenze comprese tra 1 Hz e 10 MHz sono limiti per i campi elettrici indotti all’interno del corpo (in situ) a seguito dell’esposizione a campi elettrici e magnetici variabili nel tempo. I VLE relativi agli effetti sanitari sono correlati alla stimolazione elettrica di tutti i tessuti del sistema nervoso centrale e periferico nel corpo, compresa la testa.
Tabella A2 – VLE sanitari per campo elettrico interno (E) tra 1 Hz e 10 MHz
Intervallo di frequenza |
VLE relativi agli effetti sanitari [V/m] |
1 Hz ≤ f < 3 kHz |
1,1 |
3 kHz ≤ f ≤ 10 MHz |
3,8 x 10-4 f |
I VLE relativi agli effetti sensoriali per il campo elettrico interno (in situ) per frequenze comprese tra 1 Hz e 400 Hz sono correlati agli effetti del campo elettrico interno sul sistema nervoso centrale nella testa, tra cui fosfeni e modifiche minori e transitorie di talune funzioni cerebrali.
Tabella A3 – VLE sensoriali per campo elettrico interno (E) tra 1 Hz e 400 Hz
Intervallo di frequenza |
VLE relativi agli effetti sensoriali [V/m] |
1 Hz ≤ f < 10 Hz |
0,7/f |
10 Hz ≤ f < 25 Hz |
0,07 |
25 Hz ≤ f ≤ 400 Hz |
0,0028 f |
I valori di azione (VA), espressi nelle grandezze fisiche misurabili di seguito riportate, consentono una valutazione semplificata della conformità ai pertinenti VLE. I VA inferiori (tabella B1, seconda colonna) per il campo elettrico ambientale sono stabiliti al fine di prevenire scariche elettriche nell’ambiente di lavoro, e garantiscono il rispetto dei VLE (tabelle A2 e A3). I VA superiori (tabella B1, terza colonna) garantiscono anch’essi il rispetto dei VLE (tabelle A2 e A3), ma non assicurano l’assenza di scariche elettriche sempre che non siano intraprese le misure di protezione
Tabella B1 – VA per i campi elettrici ambientali tra 1 Hz e 10 MHz
Intervallo di frequenza |
VA(E) inferiori [V/m] |
VA(E) superiori [V/m] |
1 Hz ≤ f < 25 Hz |
2,0 x 104 |
2,0 x 104 |
25 Hz ≤ f < 50 Hz |
5,0 x 105/f |
2,0 x 104 |
50 Hz ≤ f < 1,64 kHz |
5,0 x 105/f |
1,0 x 106/f |
1,64 kHz ≤ f < 3 kHz |
5,0 x 105/f |
6,1 x 102 |
3 kHz ≤ f ≤ 10 MHz |
1,7 x 102 |
6,1 x 102 |
I VA superiori (tabella B2, terza colonna) per i campi magnetici garantiscono il rispetto dei VLE relativi agli effetti sanitari correlati alla stimolazione elettrica dei tessuti nervosi periferici e centrali (tabella A2). L’osservanza dei VA superiori assicura che non siano superati i VLE relativi agli effetti sanitari ma, se l’esposizione della testa supera i VA inferiori per esposizioni a frequenze fino a 400 Hz, sono possibili effetti sensoriali, come fosfeni o modifiche minori e transitorie dell’attività cerebrale. In tal caso, ove giustificato dalla pratica o dal processo produttivo, è possibile applicare l’articolo 208, comma 3, lettera b). I VA inferiori (tabella B2, seconda colonna) per i campi magnetici, garantiscono per le frequenze al di sotto di 400 Hz il rispetto dei VLE relativi agli effetti sensoriali (tabella A3), mentre per le frequenze al di sopra di 400 Hz coincidono con i VA superiori assicurando il rispetto dei VLE relativi agli effetti sanitari (tabella A2). I VA per l’esposizione degli arti (tabella B2, quarta colonna) per i campi magnetici garantiscono il rispetto dei VLE per gli effetti sanitari relativi alla stimolazione elettrica dei tessuti limitatamente agli arti, tenuto conto del fatto che il campo magnetico presenta un accoppiamento più debole negli arti che nel corpo intero. Questi valori possono essere utilizzati in caso di esposizione strettamente confinata agli arti, restando ferma la necessità di valutare il rispetto dei VA su tutto il corpo del lavoratore.
Tabella B2 – VA per i campi magnetici ambientali tra 1 Hz e 10 MHz
Intervallo di frequenza |
VA(B) inferiori [mT] |
VA(B) superiori [mT] |
VA(B) arti [mT] |
1 Hz ≤ f < 8 Hz |
2,0 x 105/f2 |
3,0 x 105/f |
9,0 x 105/f |
8 Hz ≤ f < 25 Hz |
2,5 x 104/f |
3,0 x 105/f |
9,0 x 105/f |
25 Hz ≤ f < 300 Hz |
1,0 x 103 |
3,0 x 105/f |
9,0 x 105/f |
300 Hz ≤ f < 3 kHz |
3,0 x 105/f |
3,0 x 105/f |
9,0 x 105/f |
3 kHz ≤ f ≤ 10 MHz |
1,0 x 102 |
1,0 x 102 |
3,0 x 102 |
Tabella B3 – VA per la corrente di contatto IC
Intervallo di frequenza |
VA (IC) corrente di contatto [mA] |
Fino a 2,5 kHz |
1,0 |
2,5 kHz ≤ f < 100 kHz |
0,4 f |
100 kHz ≤ f ≤ 10000 kHz |
40 |
Tabella B4 – VA per l'induzione magnetica di campi magnetici statici
Intervallo di frequenza |
VA (B0) [mT] |
Interferenza con dispositivi impiantabili attivi, ad esempio stimolatori cardiaci |
0,5 |
Rischio di attrazione e propulsivo nel campo periferico di sorgenti ad alta intensità (> 100 mT) |
3 |
Effetti termici
I VLE relativi agli effetti sanitari per le frequenze comprese tra 100 kHz e 6 GHz (tabella A1) sono riferiti alla potenza (energia per unità di tempo) assorbita per unità di massa di tessuto corporeo, derivante da esposizione a campi elettrici, magnetici, ed elettromagnetici.
Tabella A1 – VLE sanitari per i campi elettromagnetici tra 100 kHz e 6 GHz
VLE relativi agli effetti sanitari |
Valori di SAR |
VLE relativo allo stress termico sistemico, espresso come SAR medio a corpo intero |
0,4 |
VLE relativo allo stress termico localizzato nella testa e nel tronco, espresso come SAR locale (nella testa e nel tronco) |
10 |
VLE relativo allo stress termico localizzato, negli arti, espresso come SAR locale (negli arti) |
20 |
Il VLE relativo agli effetti sensoriali per le frequenze comprese tra 0,3 e 6 GHz (tabella A2) è riferito all’energia assorbita per ogni piccola massa (10 g) di tessuto all’interno della testa, derivante da esposizione a campi elettromagnetici, ed è finalizzato alla prevenzione degli effetti uditivi provocati da esposizioni della testa a microonde pulsate.
Tabella A2 – VLE sensoriali per i campi elettromagnetici tra 0,3 e 6 GHz
Intervallo di frequenza |
Assorbimento specifico locale di energia |
0,3 GHz ≤ f ≤ 6 GHz |
10 |
I VLE relativi agli effetti sanitari per le frequenze superiori a 6 GHz (tabella A3) sono riferiti alla densità di potenza di onda elettromagnetica incidente sulla superficie corporea.
Tabella A3 – VLE sanitari per i campi elettromagnetici tra 6 GHz e 300 GHz
Intervallo di frequenza |
Densità di potenza [W/m2] |
6 GHz ≤ f ≤ 300 GHz |
50 |
I VA per E e B corrispondono ai valori del campo elettrico e magnetico imperturbati, e sono intesi come valori massimi calcolati o misurati sul posto di lavoro nello spazio occupato dal corpo del lavoratore o parti specifiche di questo. I VA (E) e VA (B) derivano dai VLE relativi al SAR e alla densità di potenza (tabelle A1 e A3). Il VA (S) viene a coincidere con il corrispondente VLE, essendo espresso nella medesima unità di misura.
Tabella B1 – VA per i campi elettromagnetici ambientali tra 100 kHz e 300 GHz
Gamma di frequenza |
VA(E) campo elettrico [V/m] (RMS) |
VA(B) Induzione magnetica [mT] (RMS) |
VA(S) densità di potenza [W/m2] (RMS) |
100 kHz ≤ f < 1 MHz |
6,1 x 102 |
2,6 x 106/f |
– |
1 MHz ≤ f < 10 MHz |
6,1 x 108/f |
2,6 x 106/f |
– |
10 MHz ≤ f < 400 MHz |
61 |
0,2 |
– |
400 MHz ≤ f < 2 GHz |
3,0 x 10-3 f1/2 |
1,0 x 10-5 f1/2 |
– |
2 GHz ≤ f < 6 GHz |
1,4 x 102 |
4,5 x 10-1 |
– |
6 GHz ≤ f ≤ 300 GHz |
1,4 x 102 |
4,5 x 10-1 |
50 |
Tabella B2 – VA per le correnti di contatto stabili e le correnti indotte attraverso gli arti
Intervallo di frequenza |
VA (IC) corrente di contatto stabile nel tempo [mA] (valore RMS) |
VA (IL) corrente indotta in qualsiasi arto [mA] (valore RMS) |
100 kHz ≤ f < 10 MHz |
40 |
– |
10 MHz ≤ f ≤ 110 MHz |
40 |
100 |
I valori di azione (VA), espressi nelle grandezze fisiche misurabili, consentono una valutazione semplificata della conformità ai pertinenti VLE. In particolare il rispetto dei VA garantisce il rispetto dei pertinenti VLE, mentre il superamento dei VA medesimi corrisponde all’obbligo di adottare le pertinenti misure di prevenzione e protezione.
I VA, relativi agli effetti non termici, sono valori efficaci (RMS) che sono pari ai valori di picco divisi per √2 per i campi sinusoidali. Nel caso di campi non sinusoidali (segnali complessi), la valutazione dell’esposizione è di norma basata sul metodo del picco ponderato, come descritto negli strumenti tecnici e specialistici per la riduzione dei livelli di rischio.
I VA, relativi agli effetti termici, devono essere mediati per ogni periodo di sei minuti. Nel caso di segnali impulsivi a radiofrequenza, la densità di potenza di picco (vale a dire mediata sulla durata dell’impulso) non deve superare di 1000 volte il valore di VA(S) tabellato. Per campi a frequenze multiple l’analisi è basata sulla sommatoria dei contributi, descritta nelle norme tecniche di riferimento e negli strumenti tecnici e specialistici per la riduzione dei livelli di rischio.
Valutazione del rischio e identificazione dell’esposizione
Nell’ambito della valutazione dei rischi, il datore di lavoro valuta tutti i rischi per i lavoratori derivanti da campi elettromagnetici sul luogo di lavoro e, quando necessario, misura o calcola i livelli dei campi elettromagnetici ai quali sono esposti i lavoratori.
La valutazione, la misurazione e il calcolo devono essere eseguiti tenendo anche conto delle guide pratiche della Commissione europea, delle pertinenti norme tecniche europee e del Comitato elettrotecnico italiano (CEI), delle specifiche buone prassi individuate o emanate dalla Commissione consultiva permanente, delle informazioni reperibili presso banche dati dell’INAIL o delle regioni e tenendo anche conto delle informazioni sull’uso e sulla sicurezza rilasciate dai fabbricanti o dai distributori delle attrezzature.
Qualora non sia possibile stabilire con certezza il rispetto dei VLE in conformità a informazioni facilmente accessibili, la valutazione dell’esposizione è effettuata in conformità a misurazioni o calcoli.
Nell’ambito della valutazione del rischio, il datore di lavoro presta particolare attenzione ai seguenti elementi:
- la frequenza, il livello, la durata e il tipo di esposizione, inclusa la distribuzione sul corpo del lavoratore e sul volume del luogo di lavoro;
- i valori limite di esposizione e i valori di azione;
- effetti biofisici diretti;
- tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rischio; eventuali effetti sulla salute e la sicurezza dei lavoratori esposti a rischi particolari, con particolare riferimento a soggetti portatori di dispositivi medici impiantati, attivi o passivi, o dispositivi medici portati sul corpo e le lavoratrici in stato di gravidanza;
- qualsiasi effetto indiretto;
- l’esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre i livelli di esposizione ai campi elettromagnetici e altre informazioni fornite dal fabbricante delle attrezzature;
- la disponibilità di azioni di risanamento volte a minimizzare i livelli di esposizione ai campi elettromagnetici;
- esposizione simultanea a campi di frequenze diverse.
Misure di prevenzione e protezione
A seguito della valutazione dei rischi, qualora risulti che i valori di azione sono superati, il datore di lavoro elabora e applica un programma d’azione che comprenda misure tecniche e organizzative intese a prevenire esposizioni superiori ai valori limite di esposizione relativi agli effetti sensoriali e ai valori limite di esposizione relativi agli effetti sanitari, tenendo conto in particolare:
- di altri metodi di lavoro che implicano una minore esposizione ai campi elettromagnetici;
- della scelta di attrezzature che emettano campi elettromagnetici di intensità inferiore, tenuto conto del lavoro da svolgere;
- delle misure tecniche per ridurre l’emissione dei campi elettromagnetici, incluso se necessario l’uso di dispositivi di sicurezza, schermature o di analoghi meccanismi di protezione della salute;
- degli appropriati programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, dei luoghi e delle postazioni di lavoro;
- della progettazione e della struttura dei luoghi e delle postazioni di lavoro;
- della limitazione della durata e dell’intensità dell’esposizione;
- della disponibilità di adeguati dispositivi di protezione individuale;
- di misure appropriate al fine di limitare e controllare l’accesso, quali segnali, etichette, segnaletica al suolo e barriere;
- in caso di esposizione a campi elettrici, delle misure e procedure volte a gestire le scariche elettriche e le correnti di contatto mediante mezzi tecnici e mediante la formazione dei lavoratori.
Il datore di lavoro adatta le misure alle esigenze dei lavoratori appartenenti a gruppi particolarmente sensibili al rischio e, se del caso, a valutazioni individuali dei rischi, in particolare nei confronti dei lavoratori che hanno dichiarato di essere portatori di dispositivi medici impiantati attivi o passivi e nei confronti delle lavoratrici in stato di gravidanza.
I luoghi di lavoro in cui i lavoratori possono essere esposti a campi elettromagnetici che superano i VA sono indicati con un’apposita segnaletica conforme a quanto stabilito nel titolo V del presente decreto.
Informazione e formazione dei lavoratori e dei RLS
Il datore di lavoro garantisce che i lavoratori che potrebbero essere esposti ai rischi derivanti dai campi elettromagnetici sul luogo di lavoro e i loro rappresentanti ricevano le informazioni e la formazione necessarie in relazione al risultato della valutazione dei rischi con particolare riguardo:
- agli eventuali effetti indiretti dell’esposizione;
- alla possibilità di sensazioni e sintomi transitori dovuti a effetti sul sistema nervoso centrale o periferico;
- alla possibilità di rischi specifici nei confronti di lavoratori appartenenti a gruppi particolarmente sensibili al rischio, quali i soggetti portatori di dispositivi medici o di protesi metalliche e le lavoratrici in stato di gravidanza.»
Sorveglianza sanitaria
La sorveglianza sanitaria è effettuata periodicamente, di norma una volta l’anno o con periodicità inferiore decisa dal medico competente con particolare riguardo ai lavoratori particolarmente sensibili al rischio, tenuto conto dei risultati della valutazione dei rischi trasmessi dal datore di lavoro. Nel caso in cui un lavoratore segnali effetti indesiderati o inattesi sulla salute, ivi compresi effetti sensoriali, il datore di lavoro garantisce che siano forniti al lavoratore o ai lavoratori interessati un controllo medico e, se necessario, una sorveglianza sanitaria appropriati. Il controllo di cui al presente comma è garantito anche nei casi in cui sia stata rilevata un’esposizione superiore ai VLE per gli effetti sensoriali oppure un’esposizione superiore ai VLE per gli effetti sanitari.
Protezione della popolazione all’esposizione di Campi Elettromagnetici
Per l’esposizione a basse frequenze i limiti del campo elettrico e del campo magnetico, per la popolazione, sono imposti dal DPCM dell’08/07/2003 [Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti] e valgono rispettivamente:
|
Campo elettrico (E) |
Induzione magnetica (B) |
permanenze inferiori a 4 ore [art. 3 comma 1] |
5.000 V/m |
100 μT |
permanenze superiori a 4 ore [art. 3 comma 2] |
- |
10 μT |
nuove abitazioni e/o nuovi elettrodotti [art. 4]* |
- |
3 μT |
* Tale limite si applica alle nuove abitazioni costruite in prossimità di elettrodotti esistenti e ai nuovi elettrodotti costruiti in prossimità di abitazioni esistenti.
Per l’esposizione ad alte frequenze i limiti del campo elettrico e del campo magnetico, per la popolazione, sono imposti dal DPCM dell’08/07/2003 [Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz] e valgono rispettivamente:
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Campo elettrico (E) |
Campo magnetico (H) |
permanenze superiori a 4 ore [art. 3 comma 2] |
6 V/m |
0,016 A/m |
Prossimi Corsi di formazione
Le date dei corsi presenti nel calendario si intendono come definitive e confermate.
Per maggiori informazione la nostra segreteria è disponibile telefonicamente e attraverso email dal lunedi al venerdi dalle 8.30 alle 17.30.
Corso | Date | Orari | Addetto Antincendio | Rischio Medio (L2): Martedì 14 Gennaio 2025 | 9:00-18:00 | Aggiornamento Antincendio | (Agg.) Rischio Medio (L2): Martedì 14 Gennaio 2025 | 12:00-18:00 | Addetto Primo Soccorso | Giovedì 9 e Giovedì 16 Gennaio 2025 | 9:00-18:00 e 14:00-18:00 | Aggiornamento Primo Soccorso | Giovedì 16 Gennaio 2025 | 14:00-18:00 | RLS | Mercoledì: 05, 12, 19, 26 Marzo 2025 | 9:00-18:00 | Aggiornamento RLS | Agg. RLS (4 ore): Lunedì 10 Marzo 2025 | 9:00-13:00 | Preposto alla sicurezza | Mercoledì 5 Marzo 2025 | 9:00-18:00 | Dirigente per la sicurezza | Mercoledì 5 e 12 Marzo 2025 | 9:00-18:00 | Lavoratori | Aggiornamento Lavoratori: Lunedì 10 marzo 2025 | 9:00-16:00 |
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