Salmonella in Francia con ripercussioni in quasi cento paesi nel mondo
Latte in polvere contaminato dal batterio della salmonella e vari casi di neonati intossicati.In un primo momento il ministero dell'Economia francese ha ritirato dal proprio mercato i prodotti alimentari per lattanti del gruppo Lactalis sospettati di essere la causa di questo contagio. A seguito di questa azione in Francia, Lactalis ha deciso di ritirare dal mercato più di dieci milioni di confezioni di latte in polvere in più di 83 paesi vendute con vari marchi. Casi di bambini contagiati sono stati evidenziati anche in Spagna e Grecia. Vi sono ripercussioni economiche di questa vicenda imbarazzante con un brusco arresto delle attività produttive di questo importante gruppo lattiero-caesario francese e con un risarcimento promesso dai vertici della azienda a tutte le famiglie coinvolte. Ma la questione più importante non è prettamente economica. La vera priorità è solo una: la salute in questo caso dei più piccoli (si parla di neonati che non hanno sviluppato le difese immunitarie e sono soggetti ancora più a rischio) e la sicurezza alimentare in questo caso in grande scala visto che si tratta di un prodotto alimentare venduto in tutto il mondo. Questo scandalo alimentare coinvolge a catena avvocati, associazioni dei consumatori, famiglie, politici assumendo proporzioni in vasta scala. Tutto poteva essere evitato con un adeguato controllo igienico-sanitario in fase di produzione e uno scrupoloso rispetto delle normative vigenti in materia di salute e alimentazione.
Come si presenta il batterio della salmonella nella fase iniziale della preparazione dell’alimento a livello industriale? Come può essere trasmesso a un neonato nel momento in cui gli viene somministrato il latte? Se il prodotto è contaminato dal batterio della salmonella ab origine, esso può sopravvivere anche al processo di essiccazione e rimanere vivo con il rischio concreto di contaminare il prodotto pronto all'uso. Solitamente nell'immaginario comune, il batterio della salmonella si trova in prodotti freschi quali carne e uova. Ma questa grave vicenda del latte in polvere contaminato, mostra che bisogna prestare la massima attenzione anche agli alimenti più impensabili e fra virgolette considerati sicuri. Nella fattispecie, nel caso del latte in polvere, cosa succede? Si presuppone che in una fase iniziale quando il latte liquido viene disidratato a temperature elevate ed essiccato, non vi sia proliferazione di batteri. Ma in rari casi, il batterio può rimanere. In una seconda fase cioè quella dell’utilizzo del prodotto da parte del consumatore che acquista il latte in polvere, la polvere viene mescolata all’acqua per ricreare il latte che sarà bevuto dal neonato e il batterio della salmonella può proliferare e moltiplicarsi nell’acqua utilizzata per diluire la polvere. Ma non è detto che il batterio della salmonella trovi origine solo nella fase successiva all’essicamento ossia della diluizione della polvere nell’acqua. Potrebbe anche sorgere nel momento in cui si confezionano le unità di latte in polvere per via della presenza del batterio nei macchinari ed impianti di produzione nonché veicolato dal personale poco attento alle sempre più restrittive norme igieniche. Ricordiamo anche che il batterio della salmonella è molto resistente e non ha bisogno di riprodursi e proliferare. Può resistere per lunghissimi periodi, anche anni soprattutto a temperatura ambiente e con poca acqua. Sostanzialmente il latte in polvere sembra essere un habitat quasi perfetto per questo micidiale batterio che riprende fra l’altro a moltiplicarsi anche piuttosto velocemente con un graduale aumento delle temperature. C’è da dire però che sulle confezioni di latte in polvere non viene mai detto che il prodotto è sterile quindi il consumatore sembra essere sempre e comunque messo in guardia.
Come sempre, quando scoppia un grande scandalo alimentare dalle macro dimensioni, il consumatore “vacilla” ‘perché quello che fino al giorno prima gli sembrava essere una garanzia assoluta in termini di sicurezza alimentare, non lo è più. E nel caso del latte artificiale della nota azienda francese vacilla ancor di più trattandosi di alimenti per bambini molto piccoli, neonati. Ma ancora una volta, il consumatore, viene chiamato in causa perché anche lui deve attuare le regole base di igiene e sicurezza alimentare a casa propria per arginare ed evitare che anche nel suo piccolo possano presentarsi malattie importanti che potrebbero non insorgere se si seguissero le regole base di igiene personale (lavarsi sempre le mani) e pulizia dell’alimento che è destinato al consumo.
Ecco perché una società di consulenza quale la SAFER è un riferimento importante per le aziende, i lavoratori, i luoghi di ristorazione, i singoli individui, ecc. al fine di attuare le disposizioni in materia di igiene e di sicurezza alimentare anche quando le tematiche sembrano scontate e purtroppo non lo sono.
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