La Buona Pasta
La presenza di Micotossine nella pasta per grandi e piccoli. Limiti e valori di riferimento per una sana alimentazione in sicurezza.
A seguito di una forte polemica nata fra i grandi colossi della alimentazione italiana sulla presenza di micotossine e pesticidi nella pasta e nel grano duro, ci interroghiamo sulla presenza di elementi contaminati nella pasta, sulla provenienza del grano utilizzato ed eventualmente importato, sulla normativa di sicurezza alimentare europea. Cerchiamo di capire se la pasta che arriva sul nostro tavolo è adatta a tutti, grandi e piccoli.
La domanda che ci dobbiamo porre è se quando compriamo della pasta, siamo in grado di decifrare le informazioni riportate sulle etichette dei componenti alimentari e se siamo inoltre capaci di decifrare la provenienza del materiale utilizzato e siamo quindi messi in condizione di saper scegliere il prodotto più adatto?
I consumatori non sempre sanno dove viene prodotta la pasta e dove viene coltivato il grano perché non è obbligatorio indicarne la provenienza in etichetta. Vengono in generale fornite poche informazioni sulla trasparenza, provenienza e qualità del grano. Sono informazioni in realtà molto importanti che consentono di poter scegliere la migliore pasta in commercio che garantisce dei parametri di sicurezza alimentare.
In Europa ci sono due distinti livelli di sicurezza alimentare per quanto riguarda le micotossine, uno per gli adulti, e uno per i bambini. Nei prodotti esplicitamente rivolti ai bambini si deve rispettare il secondo, più restrittivo del primo. Per tutti gli altri invece è sufficiente attenersi alle linee guida del primo. Ne consegue che tutte le marche di pasta “per adulti” possano avere livelli di micotossine più alti.
L’agenzia europea EFSA (http://www.efsa.europa.eu) fra le sue tante attività, si occupa di raccogliere e valutare i dati sulle micotossine nei generi alimentari focalizzando la propria attenzione sui livelli massimi consentiti. Lo scopo a livello europeo è quello di consentire alle persone una sana alimentazione in sicurezza partendo dall’analisi di ogni passaggio della catena alimentare e fornendo delle linee guida standard sui parametri di sicurezza per i cibi che finiscono sulle nostre tavole.
Letematiche alimentari riguardanti la sicurezza, le etichette, la nutrizione, le analisi dei prodotti possono aiutarci ad avere una visione più chiara e completa di tutta la questione. Nella fattispecie cercheremo di capire in che modo e in che quantità è presente il Deossinivalenolo, la micotossina nota con il nome di Don (micotossina più diffusa nel frumento europeo) e i livelli massimi consentiti per gli alimenti per adulti e per l’infanzia.
In breve, le micotossine sono sostanze contaminanti, di origine naturale in grado di formarsi durante la crescita di alcune piante, pericolose per la salute. Alcune come le aflatossine e la ocratossina A sono classificate come cancerogene dallo IARC. Il Don è tra le micotossine meno pericolose. Fa parte della famiglia dei tricoteceni prodotta dai funghi Fusariumgraminearum e F. culmorum. Questi funghi sono patogeni vegetali che possono crescere ai climi temperati. Il DON si ritrova insieme ai suoi derivati (3-acetil-deossinivalenolo (3-Ac-DON) e 15-acetil-deossinivalenolo (15-Ac-DON) e alle forme “mascherate” della micotossina (DON-3-glc). Non bisogna comunque sottovalutarlo perché agendo a livello gastrointestinale, può causare malesseri fisici dalla nausea fino al vomito e dissenteria.
Certamente i livelli di assunzione devono essere alti perché si presentino questi malesseri fisici: il limite massimo previsto dalla legge per la pasta è di 750 microgrammi per kg, un limite troppo alto per bambini di 3-9 anni. I più piccoli, 0-3 anni, non dovrebbero mangiare alcune paste per adulti proprio perché potrebbero contenere dosi per loro eccessive di Don.
Per concludere,si ricorda che è sempre importante prestare particolare attenzione ai cibi acquistati e destinati in particolare modo alle fasce di età dei più piccoli imparando a leggere in maniera attenta le etichette dei prodotti prescelti perché anche i cibi apparentemente sani possono provocare disturbi che a lungo andare diventano veri pericoli per la salute.
Una corretta gestione dei piani di autocontrollo HACCP unitamente al rispetto delle prescrizioni di cui al Regolamento relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori (1169/2011) può garantire una gestione efficace del problema
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