Aumentano le morti bianche
A dispetto della crisi, seppur in fase di risoluzione, e comunque con meno occupati aumentano del 5,2% i decessi sul lavoro.
I dati provvisori 2017 pubblicati dall'INAIL relativi alle morti sul lavoro nei primi sette mesi di quest’anno, sono preoccupanti. A luglio 2017 si contano già 591 decessi che confrontati con quelli occorsi nello stesso periodo dell’anno precedente, pari a 526 decessi, portano ad un incremento pari al 5,2%.
Tale incremento è tendenziale, ovvero si può ragionevolmente asserire che su base annua è verosimile un incremento dei decessi di circa cinque punti percentuali.
Numericamente il dato in se è come dicevo preoccupante, ma non serio. Se poi questo dato fosse accompagnato da un proporzionale aumento tendenziale degli occupati lo sarebbe ancora meno. Questo ragionamento vale solo relativamente ai numeri e non ai lavoratori, quali esseri umani. Ammettiamo però di stare a ragionare solo su unità numeriche neutre. Quindi nel caso in cui ci fossero in gioco 100.000 lavoratori in più, si potrebbe mettere in conto verosimilmente un decesso.
Ripeto di nuovo, per non creare incomprensioni in chi legge, che trattasi solo di calcoli numerici che nulla hanno a che vedere con strategie operative reali o auspicabili. Infatti, in un sistema lavorativo efficiente, le morti sul lavoro dovrebbero essere minime, se non prossime allo zero.
Ora, se confrontiamo questo aumento tendenziale dei decessi, pari al 5,2% con l’aumento tendenziale dell’occupazione per lo stesso anno pari allo 0,8%, i conti ovviamente non tornano.
Non solo il tasso di crescita dei decessi aumenta, ma non è neppure accompagnato da una significativa crescita del numero degli occupati. Anzi, le proporzioni sono addirittura invertite: 6 a 1 per i decessi contro i nuovi impieghi.
In seguito alla pubblicazione di questi dati, dal Governo solo poche parole confuse, circa il fatto che con la ripresa economica in atto sia naturale aspettarsi un aumento dei casi di decesso e che quindi tutto rientra nella norma. Invece, dal Quirinale sono pervenute delle indicazioni relative alle necessità del rispetto delle norme in materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro e sui controlli che devono essere sempre attenti e rigorosi.
Le bocce, come si dice, sono comunque ferme. Il dato è registrato e archiviato senza nessuna nuova idea. Di azioni neanche a parlarne.
Sembrerebbe come se stessimo scambiando, al minimo, punti di PIL e tassi occupazionali con le vite umane. Così, come se niente fosse.
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